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Il cantiere sostenibile: la PdR UNI 172 e il Protocollo Envision

Lo scorso 28 febbraio è stata pubblicata la PdR UNI n. 172:2025 “Cantiere sostenibile per le opere infrastrutturali – Strategie, indicatori e buone pratiche”, un documento redatto in collaborazione con UNI e l’Associazione Infrastrutture Sostenibili (AIS), a cui hanno partecipato professionisti del mondo delle infrastrutture, tra cui ICMQ.

Come nasce il concetto di cantiere infrastrutturale sostenibile? La Prassi è stata l’esito di un lungo lavoro, iniziato già nel 2020 da un gruppo di lavoro AIS sul cantiere sostenibile, per la redazione di un documento metodologico che potesse raccogliere e sistematizzare tutte le buone prassi che stazioni appaltanti, progettisti e imprese implementano e utilizzano nei cantieri di opere infrastrutturali. Non solo, anche per creare un nuovo modello di cantiere sostenibile che guardasse sia agli impatti ambientali dell’opera nella sua fase di realizzazione, ma anche agli aspetti economici e sociali, che sono presenti in un cantiere e che sono legati al contesto territoriale nel quale si sviluppa.

All’interno di una fitta rete normativa di regolamenti multilivello, che richiedono specifiche prescrizioni ambientali su molteplici tematiche (dalla gestione delle terre e delle acque, ai rifiuti, all’energia, etc.), la finalità, e quindi la novità della Prassi, è stata invece quella di mettere al centro la misurabilità del cantiere sostenibile, attraverso una visione globale e olistica che lo analizzasse sotto l’aspetto ambientale, sociale ed economico.

La sostenibilità come fulcro del cantiere. Per realizzare un cantiere sostenibile è necessario, innanzitutto, progettarlo, e quindi la fase di progettazione è fondamentale per porre le basi affinché siano identificati e sviluppati tutti i possibili elementi di sostenibilità che, nel cantiere, saranno poi tradotti in azioni specifiche e concrete.

La Prassi, infatti, delinea una serie di obiettivi, strategie e indicatori specifici che, applicati a qualsiasi opera infrastrutturale, permettano di misurare e di quantificare quanto un cantiere è sostenibile, attraverso il raggiungimento di una specifica Classe di Sostenibilità (Adeguata, Avanzata, Migliorata).

Gli obiettivi di sostenibilità (4 in tutto) delineano gli aspetti principali che un cantiere deve assolvere, ovvero: Contenimento delle emissioni, Tutela e salvaguardia degli elementi naturali e storici, Riuso e riciclo, e Riduzione dell’impatto sulla comunità, l’ambiente sociale ed esterno, e che possono essere perseguiti con una serie di strategie (10 in totale) attraverso l’implementazione dei relativi indicatori (32 in tutto). Gli indicatori rappresentano, a tutti gli effetti, la modalità secondo cui una strategia può essere attuata per raggiungere uno specifico obiettivo, e forniscono un parametro numerico di soddisfacimento, che permette di costruire il rating e, quindi, di calcolare la Classe di Sostenibilità dello specifico cantiere.

La Prassi 172 e il Protocollo Envision. Le strategie delineate all’interno della Prassi UNI e il perseguimento dei 4 obiettivi sono volti alla massimizzazione della sostenibilità del cantiere, proprio nell’ottica di una sua visione olistica, che non debba precludere o attenzionare un ambito piuttosto che un altro, e che permetta di guardare ad una singola strategia non solo legata a quello specifico obiettivo da raggiungere, ma soprattutto alle interrelazioni che si possono generare con gli altri.

In quest’ottica il Protocollo Envision, citato nella Prassi, è uno dei protocolli di sostenibilità maggiormente correlati alla UNI 172. Nella sua struttura Envision affronta la sostenibilità a 360 gradi, proponendo dei crediti legati alla valutazione e alla minimizzazione degli impatti dell’opera, non solo durante la sua vita utile, ma anche e soprattutto in fase realizzativa. I cantieri infrastrutturali prevedono tempistiche molto lunghe che, spesso, si traducono in impatti sul contesto ambientale, ma anche sociale ed economico.

La scelta di strategie che possano ridurre e/o minimizzare gli impatti diventa quindi fondamentale. E queste strategie definite nella PdR, che racchiudono le buone prassi adottate o da adottare, sono strettamente correlate alle richieste che Envision esplicita all’interno dei suoi crediti. Dalla gestione e riutilizzo interno delle terre e rocce da scavo, alla minimizzazione dei rifiuti portati in discarica, all’utilizzo di materiali riciclati o che riducono gli impatti legati al loro processo produttivo e al trasporto in cantiere, dalla gestione delle acque meteoriche e alla riqualificazione delle aree di cantiere. Ma anche quelle strategie più connesse con le interazioni sociali ed economiche che un cantiere può generare con il contesto territoriale nel quale di colloca. Che si tratti di una grande infrastruttura lineare, o di un piccolo impianto fotovoltaico, è importante guardare a come il cantiere riesca a ridurre gli impatti su contesto, salvaguardando gli elementi naturali e storici (ad esempio nel caso di una stazione ferroviaria o di una linea metropolitana), oppure promuova l’utilizzo di maestranze locali, innestandosi in un processo virtuoso di crescita economica.

Le strategie e gli indicatori citati nella Prassi devono essere attuati attraverso una serie di azioni specifiche che, in termini quantitativi o qualitativi, identificano il perseguimento dell’obiettivo considerato. E, data la stretta correlazione che la Prassi ha con i protocolli di sostenibilità, anche Envision può essere utilizzato come strumento chiave per comprovare i criteri indicati, poiché, come la PdR, richiede delle evidenze documentali di soddisfacimento.

La PdR 172 però non nasce con lo scopo di certificare la sostenibilità di un cantiere. Infatti, mente Envision è il protocollo che permette di valutare e certificare la sostenibilità di un’opera infrastrutturale guardando all’intero iter, dalla pianificazione alla realizzazione, alla gestione, la Prassi offre piuttosto una metodologia di riferimento standardizzata per misurare quanto un cantiere, progettato secondo criteri di sostenibilità, possa essere realmente sostenibile e, soprattutto, quanto l’impresa possa migliorare determinate prestazioni definite nel progetto e, quindi, ad alzare l’asticella.

In questo momento storico in cui l’attenzione alla sostenibilità non è più solo un “di cui” dei progetti, sia la Prassi UNI 172 (a livello nazionale) che il Protocollo Envision (a livello internazionale), permettono di fornire quegli strumenti che un progetto e un cantiere infrastrutturale devono avere affinché la sostenibilità diventi un valore aggiunto misurabile e raggiungibile da tutti gli stakeholder coinvolti.

(Fonte immagine: PdR UNI 172:2025)
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