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Gruppo Cap: la vision aziendale trova concretezza in Envision

Intervista a Silvia Cartosio, Arianna Saino e Davide Scaglione del Gruppo CAP

Quanto è importante per voi la sostenibilità quando si realizza una infrastruttura? Quali sono i criteri da valutare?

“Quando parliamo di sostenibilità citiamo esattamente la filosofia che è alla base di Gruppo CAP: tutti i nostri investimenti sono rivolti in questa direzione. Il nostro piano di sostenibilità ha l’ambizione di tagliare il traguardo del 2033. È fondamentale, inoltre, precisare che tutto il nostro percorso si basa su tre pilastri: sensibili, resilienti e innovatori.

Sensibili, in quanto attenti ai bisogni delle persone, per aumentare il benessere e la fiducia di comunità sempre più consapevoli ed esigenti sul nostro territorio, che è vasto e differenziato.

Siamo resilienti perché capaci di gestire e proteggere nel tempo i nostri impianti, valorizzando la vita e quindi l’acqua che ne è elemento imprescindibile.

In ultimo, ma non per importanza, siamo innovatori, aspetto che i nostri ingegneri coltivano già da tempo e su cui basano il proprio lavoro, portando nuove soluzioni nel mercato, anticipando le regole e aumentando la capacità di fare rete.

La certificazione Envision non ha fatto altro che avallare la nostra strategia di business e, la nostra vision.”

Quali motivazioni vi hanno spinto a scegliere il protocollo Envision per il vostro impianto?

“Il protocollo Envision ci rappresenta in toto perché offre indicazioni concrete sulla gestione dei vari aspetti della sostenibilità. Il nostro progetto è stato avallato da uno studio eseguito da una società del Politecnico di Milano che ha stabilito circa 15 indicatori per verificare la sostenibilità ante e post operam, dimostrando che la creazione della BioPiattaforma incrementerebbe la bio-sostenibilità nella gestione dei flussi di rifiuti. Abbiamo quindi trasformato una vecchia struttura in una completamente nuova e bio-sostenibile. Scegliere di certificarci con il protocollo Envision ha dimostrato che le nostre basi sono solide e che questo approccio può essere utilizzato in tutti i progetti”.

 Quali sono i vantaggi in termini di impatto ambientale, sociale e anche economico che vi aspettate di ottenere anche grazie al protocollo Envision?

“In termini generali il protocollo permetterà di rendere più strutturate le nostre future azioni al fine di garantire alti livelli di sostenibilità. In termini esemplificativi questo progetto, già in partenza e addirittura in fase di studio di fattibilità, è stato condiviso con le realtà locali. Abbiamo fin da subito coinvolto le amministrazioni, le associazioni e i cittadini, prevedendo un percorso partecipativo che accogliesse le istanze e le esigenze del territorio. Questo ha portato dei vantaggi in termini di efficienza del progetto sia in fase preparatoria che in fare realizzativa e allo stesso tempo ha reso più facile per la comunità accogliere l’impianto. Attraverso il protocollo non solo abbiamo confermato la nostra scelta, ma la potremo rendere più strutturata anche in futuro. Inoltre, seppur la nostra filiera di approvvigionamento sia già ben organizzata per verificare e valutare le attività dei fornitori, attraverso il protocollo e l’ottenimento della certificazione confidiamo di rendere ancora più sostenibile l’intera filiera diventando ancora più degli esempi e delle guide.”.

Secondo la vostra esperienza adottare un protocollo di sostenibilità può essere utile anche nella parte di progettazione?

“Sicuramente sì, il protocollo fornisce delle linee guida che ci garantiscono di restare fedeli ad alcuni aspetti e punti progettuali propri della nostra cultura. In questo modo è possibile costruire un modello progettuale già impostato in ottica sostenibile, da applicare e adattare di volta in volta a seconda del tipo di opera e di territorio in cui si va a intervenire”.

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