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Envision e DNSH – Una correlazione indispensabile per la sostenibilità

The ICMQ manual “The DNSH assessment for infrastructure and the Envision protocol” has been published in English too. The file can be requested by writing to the address:  info@envisionitalia.it
Below you can read an article dedicated to the primary relationship between Envision and the DNSH principles.


Lo scorso aprile ICMQ ha pubblicato il manuale “La valutazione DNSH per le infrastrutture e il protocollo Envision”, un documento che racchiude il confronto tra la regolamentazione europea, che tutte le opere del Next Generation EU devono rispettare, e i crediti del Protocollo Envision.

Il Protocollo Envision e il DNSH

Nel giugno del 2020 il Parlamento e il Consiglio Europeo hanno approvato il Regolamento 2020/852, il cosiddetto Decreto Tassonomia, che, identificando i seguenti 6 obiettivi ambientali:

  1. la mitigazione dei cambiamenti climatici;
  2. l’adattamento ai cambiamenti climatici;
  3. l’uso sostenibile e la protezione delle acque e delle risorse marine;
  4. la transizione verso un’economia circolare;
  5. la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento;
  6. la protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi;

e introducendo il principio di “non arrecare un danno significativo”, pone le basi per definire i criteri affinché un’attività economica possa considerarsi ecosostenibile.

Da qui il principio di conformità al DNSH (“do not significant harm”), richiamato nell’articolo 17 della Tassonomia e dall’art. 1 della Comunicazione della Commissione 2021/1054, che prevede che nessuna misura inserita in un Piano per la Ripresa e Resilienza (RRP), debba arrecare un danno significativo a nessuno dei 6 obiettivi ambientali.

Ma come è possibile quantificare e misurare in modo oggettivo gli obiettivi ambientali, e come poter dimostrare che un progetto infrastrutturale effettivamente non arreca un danno significativo agli stessi?

In questo frangente viene in aiuto il Protocollo Envision, strumento di valutazione della sostenibilità delle infrastrutture, creato dall’Institute for Sustainable Infrastructure (ISI) con sede a Washington, e diffuso e promosso in Italia da ICMQ.

Envision, con la sua struttura fatta di crediti, criteri, evidenze documentali, perseguimento di livelli di performance sempre più spinti di sostenibilità, può essere quello strumento utile che progettisti, consulenti, stazioni appaltanti possono utilizzare per soddisfare le richieste dalla Tassonomia.

Lo scopo del Manuale

Data la stretta correlazione tra gli obiettivi del Decreto Tassonomia e il Protocollo Envision, lo scopo del Manuale è stato proprio quello di valutare come Envision potesse essere uno strumento utile alla misurazione e quindi alla rendicontazione dei 6 obiettivi. Questo perché sia Envision che il Regolamento partono dagli stessi principi, ma mentre il Regolamento 2020/852 affronta solo gli aspetti ambientali, Envision apre la valutazione anche a quelli sociali ed economici, abbracciando tutti e tre i pilastri della sostenibilità.

La valutazione ha permesso di identificare quali crediti del protocollo Envision potessero avere una correlazione diretta e/o indiretta con ognuno dei 6 obiettivi, in modo da esplicitare le reali connessioni e, a livello pratico, le azioni da implementare per rendicontare determinate performance. Questo perché il soddisfacimento dei crediti Envision, nella valutazione dei diversi livelli di achievement, richiede delle specifiche evidenze documentali che servono a provare il rispetto dei relativi requisiti.

La documentazione di conformità al Protocollo può quindi essere utilizzata anche come esplicitazione e oggettivizzazione delle scelte progettuali in ottica anche di soddisfacimento degli obiettivi ambientali che richiede l’Europa.

Il documento è adesso disponibile anche in lingua inglese e, a breve, sarà possibile scaricarlo dal sito di ICMQ.

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