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Intervista a Luca Vittori, direttore della divisione nuove opere, Friuli Venezia Giulia Strade

Friuli Venezia Giulia Strade è la prima stazione appaltante in Italia che in un bando pubblico – l’assegnazione di lavori di realizzazione di una strada sul lago di Barcis – abbia fatto esplicito riferimento al Protocollo Envision come criterio premiale. Abbiamo deciso di approfondire i motivi di questa scelta.

A seguito della pubblicazione del bando la risposta del mercato ha riscontrato le vostre aspettative?

Tenuto conto che si è trattato di una prima esperienza, il risultato è stato sicuramente soddisfacente. Infatti alcuni dei partecipanti alla gara (due su dieci) hanno proposto specificatamente quale miglioria proprio l’attuazione del Protocollo Envision. La ditta che è risultata aggiudicataria, peraltro, era proprio una di queste due.

 

I soggetti che hanno partecipato al bando hanno dato degli spunti di miglioramento rispetto al progetto proposto o comunque evidenziato particolari aspetti legati alla sostenibilità e al Protocollo Envision?

L’aspetto più apprezzato, e che si è concretizzato pur nella complessità del lavoro che vedeva interazioni con più soggetti insieme: il gestore di una diga a fini idroelettrici ed irrigui, un consorzio di bonifica, un Comune e un gestore stradale, è che il lavoro appaltato (una variante stradale con la costruzione di un ponte ad arco metallico) ha trovato la condivisione del territorio, evitando che nascessero complessità e posizioni di arroccamento che potessero intralciare il normale andamento dei lavori. Un tanto nella misura della normale dialettica di un intervento infrastrutturale di ampie dimensioni ed elevati contenuti tecnici. Sicuramente la precisa e sapiente organizzazione delle singole fasi lavorative proposte dall’impresa e puntualmente verificate dalla Direzione lavori ha consentito tale risultato, anche dovendo operare in una zona montana con una notevole dipendenza dalle variazioni meteo tipiche di un lago artificiale alpino posto nel fondo di una valle.

 

Quali sono le Vostre aspettative di coinvolgimento nelle scelte progettuali e nella gestione dei rapporti con gli stakeholder pubblici e con le comunità locali rispetto ai requisiti del Protocollo Envision? 

Quello che è mancato in questa esperienza di appalto fatto su un progetto esecutivo sviluppato dall’Amministrazione che è stato oggetto di offerta economicamente più vantaggiosa, è che l’attuazione del protocollo Envision non sia stato applicato (e quindi apprezzato) fin dalle prime fasi progettuali. Auspico quindi in una delle future esperienze di poter dare corso all’attuazione del protocollo in maniera coeva all’avvio della scelta del tracciato e delle soluzioni tecniche e di accantieramento che vengono poste in essere fin dall’inizio delle prime scelte progettuali.

 

Quali sono le motivazioni che vi hanno portato a questa scelta?

Come Stazione Appaltante riteniamo che solo una controllata progettazione possa essere il presupposto per una buona realizzazione di opere che si mantengano tali nel tempo. Partendo da questo convincimento, abbiamo ritenuto di inserire – tra i criteri valutativi di una gara pubblica fatta con il metodo dell’offerta economicamente più vantaggiosa – la valutazione preferenziale di operatori economici che avessero offerto l’applicazione del protocollo Envision per le migliorie tecniche proposte al progetto esecutivo posto a base di gara. Trattasi dei lavori di realizzazione di una viabilità alternativa posta in destra idrografica al lago di Barcis lungo la strada regionale n.251 nel comune di Barcis, in provincia di Pordenone. L’intervento prevede in particolare la realizzazione di un ponte in carpenteria metallica ad arco a scavalco del lago, di luce di circa 80 metri.

 

I recenti fatti di Genova fanno comprendere che è necessario progettare le infrastrutture pensando, oltre alla fase puramente realizzativa, anche al successivo monitoraggio, alla sua gestione e manutenzione, alla sua robustezza e resilienza. Il Protocollo Envision può essere una utile guida per la gestione di questi aspetti?

Assolutamente sì. É infatti prerogativa del protocollo Envision, oltre che facilitare il processo approvativo della progettazione mediante il confronto con il territorio e tutte le parti interessate, quello di aumentare la durata dell’opera, di migliorarne l’adattamento ai cambiamenti climatici e di prevedere, fin dal suo concepimento, il ciclo di vita sostenibile delle sue parti, mediante l’individuazione di costi manutentivi con tempi di intervento predeterminati, inferiori a quelli discendenti da una mancanza di programmazione della manutenzione dell’opera.

Ritenete che il Protocollo Envision possa giocare un ruolo importante nella gestione dei rapporti con le comunità locali, così da limitare i fenomeni di rifiuto e anzi individuare le opportunità a favore della loro crescita e sviluppo di questi aspetti?

Anche su questo aspetto, come già accennato precedentemente, il protocollo Envision può risultare molto utile per far capire ed accettare un’opera alle comunità coinvolte, specialmente per quanto riguarda opere “di rete” come, ad esempio, le strade che incidono il territorio, mutandolo. L’utilizzo di questo protocollo dà inoltre maggior credito alla Stazione Appaltante che lo applica fin già dal suo livello di credito di soglia, valorizzando il progetto e aumentando la credibilità dei suoi contenuti, a fronte di una valutazione fatta da un ente terzo che segue propri criteri indipendenti.

 

Dopo questa prima esperienza, ritenete che il Protocollo Envision possa diventare uno standard per la progettazione e realizzazione delle opere future di Friuli Venezia Giulia Strade?

Sicuramente. Facendo riferimento al mondo dei lavori pubblici in cui opera FVG Strade, l’aver inserito tra i criteri valutativi la preferenza per l’applicazione del protocollo Envision nell’ambito dell’offerta migliorativa è stato positivamente declinato da 2 concorrenti su 10 che hanno partecipato al tender. Ritengo comunque che la migliore applicazione del protocollo Envision sia quella che vede l’utilizzo di tale metodologia fin dal primo livello progettuale previsto dalla normativa dei lavori pubblici, così da valorizzare la progettazione e quindi la realizzazione dell’opera.

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